Vuoi sapere quali sono i margini di miglioramento della tua azienda?

Sono crollate le speranze di una generazione che ha visto sicuramente tempi migliori. In un periodo di crisi economica grave come l’attuale ci domandiamo: troveremo la forza di lasciare una traccia evidente del nostro passaggio a chi verrà dopo di noi? Certo, non avremo probabilmente la linfa per costruire o rialzare (ahimè) grandi opere ma forse potremmo lasciare un segno più grande: la capacità di ricominciare e non arrendersi.

 

I margini di crescita ci sono, manca semplicemente la voglia (o capacità) di ripartire, meglio ancora di “riorganizzarsi”. Nei progetti che ci hanno assegnato ed abbiamo seguito negli ultimi tre anni siamo stati testimoni di aziende che hanno ottenuto, in netta controtendenza, crescita fino anche al 35% del fatturata e incremento dell’utile (anche attraverso abbattimento “sostenibile” dei costi) anche del 18-20%. Come pure abbiamo assistito ad aziende, che prima erano in perdita e sono arrivate al pareggio. Chi gestisce qualsiasi tipo di attività oggi è ossessivamente impegnato in sviluppo di piani commerciali “a prescindere”. Non ci si pone la domanda: ma cosa sto vendendo oggi rispetto a tre anni fa prima dell’inizio della grande crisi?

 

E’ lo stesso identico prodotto/servizio, è la stessa identica organizzazione? Se fosse così, evidentemente qualcosa non va. Inutile insistere su strategie commerciali senza prima individuare i veri margini di crescita. Di seguito, brevemente in cinque punti vediamo quali margini di crescita ci sono per le aziende:

 

1. Prodotto/servizio: RIVEDIAMOLO!

Pochi sanno, che Il packaging di cartone (dall’imballo dei materiali al contenimento prodotti) è un materiale che permette di risparmiare fino al 30% dei costi di produzione, piace ai consumatori e da fiducia ai consumatori. Volendo fare un esempio sui servizi, esempio alberghieri, combinare nelle offerte di una struttura ricettiva tutti i servizi che la struttura mette a disposizione, contente di ottenere una redditività anche da qui prodotti che, presi singolarmente, non avranno un valore intrinseco elevato

 

2. Analisi dell’organizzazione – FONDAMENTALE!

Le persone più legate all’azienda (titolari, responsabili) di solito sono sempre gli ultimi a capire cosa sta accadendo. Dunque l’analisi o AUDIT GESTIONALE (eseguito da persona terza indipendente) dovrebbe produrre un “progetto riorganizzativo” in grado di riportare le migliori soluzioni per una crescita che tenga conto del contesto. Questo lavoro può essere fatto non da professionisti “a tutto campo” ma da “specialisti del settore di appartenenza dell’azienda” (competenza ed esperienza).

 

3. Unirsi e fare sistema: SI OTTIMIZZANO I COSTI E LE RISORSE!

Creare per aziende omogenee e/o delle stesso gruppo dei centri di acquisto, consente in media un risparmio sugli acquisti che va da un 15 ad un 30% in media per i vari settori. Non solo, ne beneficerebbero anche le politiche di vendita.

 

4. Canali di promozione- rivedere le politiche di marketing

Molte aziende, specie i produttori di prodotti tipici agroalimentari si ostinano ad aprire canali esteri (partecipazione a fiere in tutto il mondo con grande dispendio di energie e denaro) trascurando completamente il mercato regionale, che da solo potrebbe soddisfare tutta l’offerta e con (elemento non trascurabile) filiera corta.

 

5. Canali di vendita – camminare con le proprie gambe

Gli elementi distintivi del business di inizio millennio sono: IMMATERIALITA, VELOCITA’ ED INTECONNESSIONE. Viviamo un mondo in cui i beni fisici perdono di valore. Un elemento, ma non l’unico e nemmeno esaustivo, potrebbe ad esempio essere: adeguare il sito in modo che sia in grado di ricevere visite ma soprattutto utilizzare i portali di vendita collettiva (che siano prodotti o servizi) in modo completamentare rispetto agli altri canali di commercializzazione già in uso e tradizionali

 

I cinque punti sopra richiamati sono da considerarsi punto di partenza per attivare piani di riorganizzazione che portino a risultati sicuramente raggiungibili.

Dunque risulta evidente che un’organizzazione che ignora le forze ed i vincoli dell’ambiente esterno presenta con gravi carenze nella strategia. Un’organizzazione che riconosce la propria dipendenza dall’ambiente esterno, sarà sicuramente in grado di affondarlo e rispondere alle attese.

 

I risultati aziendali sono la perfetta espressione delle capacità organizzative del sistema.

 

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